Testimonianza di una mamma
Questa settimana abbiamo ricevuto la telefonata di una mamma di origine marocchina che avevamo conosciuto quando sua figlia era arrivata in Italia, all’età di 11 anni. Questa ragazza, che adesso ha 18 anni, era stata seguita prima individualmente da una suorina per imparare l’italiano e poi aveva partecipato alle proposte del centro di aiuto allo studio. Mamma e figlia erano sole e in gravi difficoltà economiche; le abbiamo aiutate a 360 gradi per anni, instaurando un grande rapporto e ancora adesso siamo legate da un forte legame di amicizia.
Questa mamma adesso lavora da una persona anziana tutti i giorni compreso il sabato dalle 7.30 alle 13.00 poi riprende alle 17.00 fino a sera quando lo rimette a letto. Davanti alla pandemia in corso, ai tanti dolori che ci sono si è domandata: “ma io cosa posso fare per aiutare?”. Le è venuto in mente che lei con le poche ore a disposizione al giorno che ha e con le sue capacità potrebbe andare dalle persone anziane o malate che non possono uscire, vedere come stanno e andare a fare loro la spesa o in farmacia, secondo il loro bisogno.
Malgrado lavori tantissimo non è che guadagni in maniera proporzionata ed infatti continua ad avere delle difficoltà economiche. Avrebbe potuto dire “vado ad aiutare le persone che non possono uscire, così arrotondo un po’” e sarebbe stata già una cosa bella. Ma ha avuto uno sguardo semplice, come quello di “un bambino di fronte al reale che non inventa niente, non fa penetrare nessun’altra preoccupazione nel suo sguardo” e dopo aver chiesto ad alcuni anziani che vivono vicino a lei e che le hanno detto di non aver bisogno, non si è fatta frenare: ci ha chiamate dicendo “voi conoscete più gente di me, qualcuno che ha bisogno certamente lo conoscete”.